Museo archeologico "Paolo Orsi" - SiracusaIl museo archeologico "Paolo Orsi" di Siracusa è una delle più importanti realtà italiane per quanto riguarda l'archeologia delle colonie greche in Italia. Il museo sorse alla fine del 1800 nei locali della soprintendenza ai beni culturali di Piazza Duomo a Siracusa ma, in seguito, vista la vastità delle collezioni, venne spostato in una nuova sede nel quartiere Neapolis, incastonato tra l'area archeologica contenente il teatro greco e l'orecchio di Dionisio e le catacombe di San Giovanni. Il museo ospita oggi anche la direzione del parco archeologico di Siracusa. Al suo interno sono custoditi oltre 27000 reperti che spaziano dal paleolitico all'età tardoromana e paleocristiana. Le collezioni si focalizzano principalmente su Siracusa e le sue subcolonie (Eloro, Akrai, Kamarina, Kasmene) ma vi sono esposti anche reperti da altre località siciliane come Agrigento e Gela e un vasto settore è dedicato all'età del bronzo siciliana e alle culture di Castelluccio, Thapsos e Pantalica. Il museo Paolo Orsi conta 6 settori di 5 oggi fruibili al pubblico oltre al caveau che contiene una delle collezioni numismatiche più importanti al mondo. Come tanti musei la visita può impegnare diverse ore e sicuramente è utile affidarsi ad una guida privata o a un tour di gruppo per scoprire le principali peculiarità del museo. Qui di seguito vogliamo però elencare quelli che a nostro avviso sono alcuni dei reperti imperdibili del museo. Sono tutti reperti di grande interesse per il loro livello artistico o per le peculiarità proprie, elencati non in ordine d'importanza -sarebbe difficile fare una classifica!- ma in ordine di esposizione all'interno dei vari settori del museo.

I portelli preistorici di Castelluccio

Portelli tombali preistorici dalla necropoli di Castelluccio

Questi due portelli in pietra calcarea con la facciata lavorata a rilievo sono ubicati nel settore A del museo Paolo Orsi, quello dedicato alla preistoria e protostoria siciliana. Castelluccio è un sito archeologico ubicato nelle campagne tra le cittadine di Noto e Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa. Qui a partire dalla fine del XIX secolo è stata scavata prima una ricca necropoli di tombe a "grotticella artificiale" e poi anche parte dell'insediamento di capanne risalente all'antica età del bronzo (ca. 2200-1450 a.C.). Tra i reperti più peculiari, provenienti da una tomba inviolata vi sono questi due chiusini decorati con immagini che sembrano riprodurre in maniera stilizzata l'atto sessuale, simboleggiando fertilità o rinascita. All'interno della tomba, oltre ad oggetti di corredo, vi erano i corpi di ben 17 defunti, molti in posizione fetale.

 

La Kourotrophos

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Nel settore B del museo, dedicato alla colonizzazione greca e per l'esattezza tra i reperti provenienti da Megara Iblea, spicca la statua acefala della nutrice, la kourotrophos. Questa statua adornava una tomba ma ha avuto una sorte sfortunata. E' stata infatti ritrovata in occasione di lavori edili nella zona industriale e un martello pneumatico la distrutta in decine di frammenti che sono stati poi minuziosamente ricomposti. Si tratta di una figura femminile seduta che porta in grembo due gemelli. Questa scultura arcaica reca traccia dell'incontro tra la cultura greca e quella preesistente indigena.

 

Il busto di Artemide da Piazza della Vittoria

Busto policromo di Artemide dal Santuario di Piazza della Vittoria a Siracusa

Nel settore B dedicato alla Siracusa di epoca classica, nell'area dedicata agli scavi del santuario di Piazza della Vittoria, si trova questo bellissimo busto di terracotta raffigurante con ogni probabilità una dea, forse Artemide, dea della caccia, particolarmente venerata a Siracusa. Nello stesso settore sono espose le numerosissime statuine di terracotta, prodotte "a stampo" e donate al santuario di Demetra e Kore. Questo busto per dimensioni e raffinatezza artistica spicca però tra i numerosi altri reperti. Purtroppo è stato ritrovato frammentario ed ha richiesto un lungo lavoro di ricomposizione. Di grande suggestione però le tracce di colore, ancora oggi ben visibili, che rendono ancora più vivo questo straordinario reperto.

 

Il cavalluccio di bronzo dalla necropoli del Fusco

museo siracusa cavalluccio

Questo reperto è oggi anche il simbolo del museo archeologico. Si tratta di un piccolo cavalluccio di bronzo, dalle forme sinuose ed eleganti, ritrovato in una tomba della necropoli del Fusco. Nel mondo antico la mortalità infantile era molto elevata e numerose sono pertanto le sepolture di infanti nelle quali, come corredo, venivano inseriti anche piccoli giocattoli. Il cavalluccio si data all'VIII sec. a.C. (stile tardo-geometrico) e quindi alle primissime fasi di vita di Siracusa. E' ubicato nel settore B del museo e colpisce per la delicata fattura oltre che per la rarità del reperto. Una copia "gigante" del cavalluccio è stata posta, alcuni anni fa in Piazza Marconi, a pochi passi dal centro storico di Ortigia.

 

La Ceramica greca

museo siracusa

In questo caso è veramente difficile esprimere una preferenza ma il settore B del museo offre una vastissima selezione di ceramica greca che spazia tra tutte le epoche e tutti gli stili, offrendo al visitatore uno sguardo completo su quella che fu la produzione dall'età classica a quella ellenistica: ceramica corinzia e attica e tutti gli stili che vanno dal geometrico all'orientalizzante per finire con le tecniche a figure nere e rosse. Molti i motivi mitologici che adornano la straordinaria collezione di ceramiche.

 

La Gorgone

museo siracusa gorgone

Le Gorgoni  erano esseri mostruosi della mitologia greca e tra queste si annovera Medusa, il mostro dai capelli di serpente che pietrificava col suo solo sguardo e che verrà uccisa dall'eroico Perseo Tra le braccia notiamo Pegaso, il cavallo alato, generato dalla Gorgone. Spesso l'immagine della gorgone era utilizzata come decorazione dei frontoni dei templi greci e la Sicilia non faceva eccezione tanto che oggi l'immagine della gorgone spicca anche sulla bandiera siciliana. All'interno del settore B, nell'area dedicata ai templi di Siracusa è possibile trovare vari frammenti di Gorgone di cui questa terracotta policroma è il più completo e affascinante per i colori ben conservati. Il reperto è stato ritrovato negli scavi di via Minerva, a pochi passi da Piazza Duomo e dalla cattedrale, l'antico Athenaion di Siracusa.

 

Venere Landolina

venere landolina

Questa scultura, forse la più bella custodita nel museo archeologico di Siracusa e che colpiì anche lo scrittore Guy de Maupassant quando visitò la città aretusea, si trova nel settore D, dedicato alla Siracusa ellenistica e romana, ubicato al 1° piano del museo. E' chiamata Venere Landolina dal nome dello scopritore, Saverio Landolina che la ritrovò agli inizi del 1800 nell'area dell'odierno ospedale civile o anche Venere anadiomene in quanto probabilmente era posta in un bacino d'acqua a ricordare il classico motivo della Venere che sorge dalle acque. Quest'opera è una copia romana del II sec. di un originale greco del II-I sec. a.C., ispirato alle opere di Prassitele.

 

Sarcofago di Adelfia

sarcofago adelfia

Il settore F del museo, ubicato al 1° piano. è dedicato alla Siracusa tardo-antica e cristiana. Tra i numerosi reperti esposti spicca il sarcofago di Adelfia. Si tratta di un lussuoso sarcofago in marmo elegantemente decorato in bassorilievo. Nel medaglione al centro vi è la figura della defunta Adelfia e un'iscrizione ci informa del fatto che il sarcofago sia stato voluto dal comes Valerio. Le scene in bassorilievo rappresentano motivi biblici: da Adamo ed Eva al sacrificio di Isacco fino ad una natività, da alcuni ritenuta in assoluto la più antica rappresentazione di natività. Il sarcofago venne ritrovato nelle catacombe di San Giovanni nella rotonda di Adelfia da Saverio Cavallari nel 1872. Il sarcofago si data al IV sec. d.C.

 

Decadrammo d'argento di Euainetos

 Decadramma d'argento di Kimon

La collezione numismatica, ospitata nel piano seminterrato del museo, è semplicemente imperdibile. E' possibile ammirarvi monete e gioielli dall'epoca greca a quella moderna ma una menzione speciale meritano le monete firmate da Siracusa, tra più belle dell'antichità e oggi di grandissimo valore. Tra i vari maestri che realizzarono questi capolavori, alla fine del V sec. a.C. si citano  Euainetos. Eukleidas e Kimon. A quest'ultimo si deve la bellissima moneta che è il simbolo del medagliere: Aretusa con la chioma fluente e una sorta di diadema con la firma dell'artista. Sul retro vi è una quadriga sorvolata da una Nike.

 

Visitare il museo archeologico "Paolo Orsi" di Siracusa con una guida

Tra i tanti itinerari proposti dalle guide abilitate di Hermes Sicily Tours rientra anche il museo archeologico. Visite con guida privata al museo sono prenotabili durante l'intero arco dell'anno per gruppi o visitatori individuali. Occasionalmente, come evento speciale vengono proposte anche delle visite di gruppo. Le visite di gruppo, quando previste sono elencate nel calendario consultabile su questa pagina.